curiosità stroriche padovane  1°

UNA GROTTA MISTERIOSA

Claudio Claudiano poeta latino che visse nel 400 dopo Cristo racconta d'aver visitate le celebri Terme di Abano e dintorni e che giunto in un luogo, che dalla sua descrizione si può supporre sia l'attuale Montegrotto, vide un lago di acqua calda.! una parte della quale entrava dentro al monte. Dice che colà entrate le acque correvano rapidissime sotto delle volte oscure piene di fumo, e quando il vento disperdeva il fumo scoprivasi l'arco di entrata della caverna e si vedevano i corridoi interni.

Antonio Vallisnieri celebre medico e naturalista che insegnò a Padova nel 1700, lasciò scritto che ai suoi tempi molte tracce si vedevano di questa grotta il cui ingresso era impenetrabile causa la terra cadutavi dall'alto ed il fango solforoso che le ingombrava. Correva in paese la leggenda che nel 1400 i Carraresi, in procinto di perdere la Signoria di Padova per opera dei veneziani, avessero nascosti in quella caverna immensi tesori, a difesa dei quali avessero fatto anche deviare un ruscello bollente In modo da impedirne l'ingresso.

Fu appunto verso il 1700 che insistendo questa leggenda, un gruppo di contadini del luogo risolse di entrarvi, ed infatti col molto lavoro tolsero tutto il fango solforoso e la terra che l'ostruiva e poterono entrare. Videro nell'interno avanzi di muraglie che foderavano le pareti della grotta e avanzi di stucchi che ne ornavano la volta la quale si allargava penetrando nel monte. Inoltrati più oltre videro che la grotta si divideva in un bivio, e da una parte vi, era una porta chiusa con cancelli di ferro e vicino a questa una gran vasca di piombo formata a guisa di conchiglia marina.

Cedettero che sotto la vasca fosse il tesoro ed a colpi di piccone la ruppero, ma ecco che ne uscì con gran fragore una copiosa sorgente di acqua bollente che inondò il suolo e riempì la grotta di fumo solforoso sicché gli esploratori più che in fretta dovettero fuggire.

L'acqua continuò sempre a sgorgare ed a sviluppare vapori solforosi. riempiendo a poco a poco di fango tutto il luogo in modo che nessuno poté mai più penetrarvi. Il Vallisnieri parlò con qualcuno di coloro che anni prima tentarono l'impresa. Molti anni dopo un altro professore, il Vandelli, scoprì qualche traccia di quella spelonca e voleva entrarvi, ma nulla poi fece, ed ora anche quella traccia è scomparsa.

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Ignazio Sommer (Merzio)